Tradurre il mondo di Dauntless
Tradurre il mondo di Dauntless

Se vi recate su playdauntless.com e guardate nell’angolo in alto a sinistra, vedrete qualcosa di familiare: una bandiera. Cliccandoci sopra vi verrà mostrata una lista di lingue in cui poter visualizzare il sito. C’è inglese, francese, tedesco, italiano, spagnolo e brasiliano portoghese. La stessa bandiera, e le stesse opzioni, si trovano anche nel gioco.

È facile dare queste cose per scontate. “È ovvio che ci sia lo spagnolo!”, penserete. Ma ogni parola non inglese sul nostro sito, nel nostro gioco e perfino in tutte le nostre email è il risultato del lavoro congiunto di un team di traduttori, che offrono volontariamente il proprio tempo per aiutarci a fornirvi Dauntless tradotto nella vostra lingua.

Quill Flare

Abbattere le barriere linguistiche

Tradurre Dauntless è un processo realizzato frase per frase: ogni linea di dialogo, missione, nome di arma e di pulsante viene immesso nel sistema come “stringa” per essere tradotta; per ognuna di esse, i volontari possono scegliere se proporre la propria traduzione o votare l’interpretazione datagli da un altro traduttore e, una volta che le proposte sono state salvate e votate, i volontari più esperti (chiamati “Editor”) scelgono una singola traduzione come versione finale. Queste stringhe, accuratamente tradotte, controllate e approvate vengono poi caricate nel gioco, diventando le parole e il mondo che trovate in Dauntless.

La maggior parte delle stringhe necessitano al massimo di un paio di giorni per essere tradotte (le stringhe più intriganti o interessanti ci mettono anche meno). In alcune situazioni, però, le differenze linguistiche possono trasformare ogni frase in un nodo gordiano. Interrogato su quali fossero i termini più difficili da tradurre, l’editor francese Enriel ha risposto: “LE ARMI.”

“Scegliere un buon nome è la chiave per il successo. [È necessario] sapere come dipingere quell’arma, facendo allo stesso tempo nascere il desiderio di provarla e riuscire a spiegare come essa funziona in una parola o due. La “lancia da guerra” è diventata aetherolance [in francese], un termine molto dibattuto, perché volevamo sottolineare la natura aetherica e appuntita dell’arma.”

In alcuni casi le frasi devono essere ricostruite e riorganizzate per aggirare problemi grammaticali. “Nel gioco abbiamo stringhe che si basano su delle variabili” dice Alexandre Colson (Metalliguitare), un altro editor del team francese. “Abbiamo dovuto tradurre, ad esempio: slay 5 Embermanes using a [type][weapon]. In francese, dovendo considerare i generi e i plurali, siamo stati costretti a ribaltare la frase trasformandola in: caccia 5 Embermane con questa combo arma/tipo: [weapon][type]. Questo ancora non mi soddisfa.”

A Rafael Lourenço (Black_chef) non dispiace affatto la sfida di far le cose per bene: sta traducendo il gioco dall’inglese al portoghese da quasi un anno ormai. “Con alcune traduzioni dobbiamo quasi dimenticarci della frase originale e concentrarci su quanto non scritto per farla funzionare.” È particolarmente orgoglioso della traduzione del Gnashmasher: Esmagnasher.

(Esmagar in portoghese significa schiacciare.)

Un lavoro di squadra

Nonostante le sfide riguardanti la localizzazione, i traduttori di Dauntless condividono un grande affetto e una grande passione sia per il progetto che per la comunità che gli è cresciuta attorno.

Darthplagueis13, uno degli editor tedeschi, dice: “Ci sono persone fantastiche in ogni team, una sera in cui i membri di tutte le squadre sono online può essere paragonata ad una festa, c’è quasi sempre qualcuno con cui poter giocare a Dauntless e, se hai voglia di elucubrare strane teorie puoi intraprendere delle discussioni nel canale “#lore” [su Discord]. È fantastico far parte di una community piena di persone stupende.”

Derdotte, uno dei primi traduttori ad unirsi al programma, ricorda l’evoluzione della community: “Abbiamo iniziato come un gruppo variegato e pieno di entusiasmo, tutti accomunati dal desiderio di vedere Phoenix Labs crescere; mi sono unito al progetto perchè volevo davvero sostenere gli sviluppatori che stavano lavorando a un titolo in stile Monster Hunter per PC, una cosa che ho sempre desiderato.” Nel tempo Derdotte ha osservato il programma lasciare il proprio guscio, uscendo dalla fase alpha, per crescere e trasformarsi in una vera community. “In questo momento, l’aspetto comunitario [del programma] è senza dubbio il nostro traguardo più importante, ed è una cosa di cui sono molto fiero.”

I traduttori hanno prontamente appuntato il comando a Melanie Fleming. Mel è la manager del progetto di localizzazione di Dauntless, oltre che la leader dell’intero team di traduttori volontari. Con circa 150 traduttori nei vari team, passa gran parte del proprio tempo coordinando ed organizzando le traduzioni affinché ogni gruppo possa lavorare con ordine e serenità.

“Mel è la grande leader che tutti amiamo”, dice Enriel. “Senza di lei, dubito che [il programma di traduzione] esisterebbe.”

La via della penna

I traduttori di Dauntless sono uniti dall’amore per il gioco e dall’entusiasmo verso le lingue straniere; queste due passioni hanno ispirato Mel Fleming e Brad Jolly, meglio conosciuto come BlessRNG, a sviluppare un programma di apprezzamento per i traduttori volontari al lavoro sul gioco: il “Programma Apprezzamento Traduttori” (rinominato “PAT” dai traduttori italiani).

Annunciato la scorsa settimana, questa nuova iniziativa premierà i meriti dei traduttori con diversi livelli di ricompense nel gioco. Il primo livello offre un razzo segnalatore e un sigillo “penna” oltre che il titolo esclusivo “Traduttore”; livelli più alti offriranno altri titoli: da “Linguista” a “Eroe locale” (quest’ultimo conseguibile con merito), così come delle emote speciali. I traduttori che contribuiscono per tre o più mesi potranno inoltre aver inserito il proprio nome nei crediti di gioco di Dauntless.

C’è persino un razzo segnalatore progettato dalla stessa community.

“Ero così entusiasta, quando Brad ci disse che avremmo potuto disegnare noi stessi un simbolo unico per un razzo, che non appena tornai a casa da lavoro, all’una di notte, iniziai a scarabocchiare penne dappertutto” dice Anna Zenti (Elwing), editor del team italiano affettuosamente soprannominata “Nonna” dagli altri membri del team. “Ho avuto un paio di idee interessanti, gli altri editor hanno dato ottimi suggerimenti, ed ho rielaborato i bozzetti ancora e ancora. Ora ben due dei miei progetti sono alla votazione finale. Sono così fiera e felice!”

Il “Programma Apprezzamento Traduttori” sta muovendo ora i primi passi, fate attenzione la prossima volta che girovagate per Ramsgate, se vedete una penna inviate un “grazie” al proprietario, noi faremo lo stesso.

Piccoli traduttori crescono

“Nessuno arriva già pronto a tradurre,” dice Enriel, “è per questo che il lavoro di squadra è fondamentale.”

“Ero un po’ impacciato all’inizio,” spiega, “troppo ansioso di tradurre e dimostrare il mio valore. Metalliguitare (ora mio grande amico) mi ha insegnato molto facendomi da guida; la stessa Mel ci ha fornito i mezzi per migliorare.”

Diciannove mesi più tardi, Enriel ha fatto passi da gigante; ora un editor a tutti gli effetti, addestra le nuove reclute per migliorarne le capacità continuando ad affinare le proprie. “Non cerchiamo traduttori perfetti, ma persone che desiderano condividere le proprie opinioni, seppur discordanti, ascoltando e accettando quelle degli altri, come una squadra.”

“Entrare a far parte di questa squadra, e più tardi diventare un editor, è senza alcun dubbio una delle cose migliori che mi siano mai successe,” aggiunge Elwing, “Non riuscirò mai a ringraziare abbastanza tutti gli amici che mi sono fatta qui. Sono veri amici, mi hanno fatto capire che sono capace di cose straordinarie, che posso gestire una squadra, proporre idee e migliorare ancora di più un progetto già fantastico. Questo, per una persona insicura e timida come me, significa davvero tantissimo.

“Grazie a questa squadra ho capito che ciò che voglio fare nella vita è tradurre, anche se è difficile. Farò tutto il necessario per rendere questo sogno realtà, e se avrò successo so che dovrò ringraziare ognuno di loro dal profondo del mio cuore.”